Diciamoci la verità, oggi la figura SEO è diventata del tutto inutile!
Ok forse ho esagerato ma è una provocazione che si basa su alcune semplici considerazioni.
In questo articolo
La SEO
Innanzitutto esistono due procedure di SEO (che tra l’altro molti sedicenti guru non conoscono nemmeno per nome): l’ottimizzazione in-page e la procedura di link building. Nel primo caso l’ottimizzazione avviene attraverso il rispetto di alcune semplice regole di programmazione e di scrittura del codice della pagina (metatags, intestazioni, titoli alle immagini, etc); è indubbio che questo possa farlo sviluppatore. Nel secondo caso si cerca di far arrivare gli utenti da diversi punti sul web (il più delle volte ci si limita all’article marketing oppure all’inserimento del sito in directory) attraverso commenti a blog, post su facebook, tweet, etc; lo può fare, con un minimo di istruzione ed esperienza, chiunque.
Il Copywriting
Oggigiorno non basta più pubblicizzare il proprio messaggio in modo passivo ma è necessario farlo in modo attivo e comunicativo. Inoltre con l’avvento dei blog in ambito aziendale la comunicazione si è fatta massiva, insistente e a ciclo continuo. Con queste premesse è nata quindi la figura del copywriter la quale si occupa di redigere testi, slogan e quant’altro possa permettere una maggiore comunicazione ed un impatto contenutistico elevato. La figura del copywriter oggi è indispensabile in quanto, come la stessa Google afferma, “content is king” (il contenuto è il re, tutto) e sopratutto bisogna scrivere per le persone e non scrivere per il motore di ricerca.
la figura del SEo quindi viene a perdere la sua importanza tecnica lasciando spazio a figure più editoriali e più affini alla scrittura che alla programmazione.
I Social Networks
Il SEO sostanzialmente è la figura “professionale” che si occupa di posizionare (non indicizzare, meglio chiarire) un sito all’interno del motore di ricerca. Purtroppo però siamo in piena “guerra dei social networks” (Facebook, Twitter, Google+ e il nuovo Diaspora) e questo non possiamo dimenticarlo perché, volendolo o meno, produce un vero e proprio cambiamento all’interno della quotidianità delle persone. Come si afferma da tempo i social networks riescono a diventare, loro stessi, degli ecosistemi da cui l’utilizzatore preferisce non uscire (lo confermano scelte sbagliate in Facebook ADS per esempio) ; difficilmente quindi lascerà la bacheca o il proprio profilo per svolgere una ricerca su Google ma lo farà attraverso la ricerca integrata del social network. Non sono io a dirlo ovviamente, ma i dati. Inoltre i social networks permettono una enorme diffusione dei propri contenuti perché condivisi da altri utenti, accresce quindi il numero di potenziali clienti ma anche la popolarità (cosa che, quest’ultima, il motore di ricerca non può minimamente offrire).
Il ROI
Purtroppo questo è un tasto dolente infatti ROI e SEO non sono mai andati d’accordo. Questo per un semplice motivo : agli esperti non piace che se ne parli in quanto non è monitorabile (perlomeno non facilmente). Se si eseguono delle modifiche a livello di ottimizzazione del codice come posso sapere se tali modifiche hanno portato a delle conversioni? Il punto è proprio questo: le conversioni. Molti non sanno nemmeno cosa siano, molti le immaginano e preferiscono non parlarne, altri le conoscono e sanno che danno fastidio. Di fatto un’opera SEO, oggi, viene venduta come un prodotto fine a sé stesso, che deve essere necessariamente eseguito, che porterà sicuramente a dei non precisati frutti, che ti farà stare sopra il tuo concorrente che non ha nemmeno un sito web ed è posizionato con la mappa e pagine gialle. Moda. Ditelo al vostro “SEO guru” di fiducia che le conversioni non sono la prima posizione di Google, le conversioni sono acquisti sul sito, iscrizioni alla newsletter, contatti oppure telefonate, non di certo una mera posizione fine a sé stessa sul motore di ricerca. Il guru vuole posizionare e non convertire, il cliente vuole convertire e non posizionare.
Conclusioni
Quale è quindi la figura, ed il servizio associato, che è necessario sviluppare oggigiorno?
Non credo che esista una figura unica (che di certo non possiamo chiamare più SEO) ma non credo nemmeno che le abilità debbano essere ripartite su più figure professionali preesistenti (grafico, sviluppatore, copywriter, etc). Credo che sia questione di consapevolezza nell’affrontare, passo dopo passo, tutti gli aspetti di un progetto web. Innanzitutto il web è cambiato, se solo 7 anni fa potevamo realizzare un sito web fine a sé stesso, metterlo online e aspettare 3 mesi per vederlo in cima alla SERP ed esserne felici oggi non è più possibile. Il sito web, o per meglio dire la reputazione ed il marchio, oggi si scontrano necessariamente con altre forme di comunicazione ed intrattenimento che vanno dal social networks alle e-mail, passando per la validazione sociale al monitoraggio del ritorno di investimento.
Ho esagerato?